Le 3 tipologie di patate utilizzate in Europa

Tipo A – patate a polpa soda, grana fine, basso contenuto di sostanza secca. Ideali per cotture al forno e insalate perchè non si sfaldano.
Tipo B - patate a polpa di consistenza media e una grana piuttosto fine, medio contenuto di sostanza secca. Ideali per il puré, gnocchi e cotture al forno.
Tipo C – patate a polpa farinosa e a grana molto grossa, alto contenuto di sostanza secca. Adatte per la frittura.
Le varietà antiche e autoctone (la violette – la ratte – la burgundy) fanno gruppo a parte con tipologie molto diverse. Sono considerate patate da gourmet per la qualità generalmente raffinata e l'impatto visivo.

Cenni storici

Nome botanico: solanum tuberosum appartiene alla Famiglia delle Solanacee
Nome locale: papa
Luogo di origine: altipiano andino – Cile, dintorni del Lago Titicaca – Perù - Origine databile 8000 a.C.
Cresce spontanea sull'Altopiano Andino di Colombia, Cile, Perù, Bolivia e Argentina
Tubero sacro per gli Inca – l'imperatore Inca faceva stoccare le patate essiccate al sole per sfamare la popolazione in caso di guerre e carestie.

Nella metà del XVI sec. il tubero giunge in Europa – con numerose verdure e frutti sconosciuti - come curiosità botanica in seguito alla conquista del Perù da parte del Condottiero spagnolo Francisco Pizarro. Nello stesso periodo Francis Drake, proveniente dalla Colombia, introduce il tubero in Irlanda e in seguito in Inghilterra.
La propagazione del tubero verso l'Europa continentale avviene tramite una serie di doni scambiati tra personaggi illustri. Filippo II di Spagna affida i tuberi ai Carmelitani Scalzi per portarli a Roma in dono a Papa Pio IV, il quale ne invia in dono al Legato apostolico in Belgio. Dal Belgio vanno in dono a un professore di Leyden che soggiornava in Austria e dall'Austria raggiungono la Germania, la Svizzera e l'Est della Francia.

La prima coltivazione di patate in Francia , les truffolles, avviene nell'Ardèche verso il 1540 portate da un monaco francescano nativo di St. Alban d’Ay, proveniente da Toledo .Seguirà la Bourgogne e il Dauphiné da dove raggiungeranno le Terre dei Savoia nel Piemonte occidentale.
In un atto notarile datato 1680 rinvenuto a Bruzolo in Valle di Susa, si menziona una cavagna di tartiffle come parte delle proprietà di una famiglia locale.
Per molti anni nell' Europa continentale il tubero è coltivato nei giardini botanici per la bellezza dei suoi fiori, e per l’alimentazione animale. A differenza del Sud America, dove si conoscevano i metodi di cottura, di conservazione e le proprietà medicinali, la popolazione è estremamente diffidente verso il consumo perché la credenza popolare lo considera un prodotto degli inferi ,tossico come la mandragora e la belladonna, non menzionato nella Bibbia. In realtà mancavano completamente le nozioni di cottura e conservazione per cui il tubero veniva consumato crudo, era di pessimo sapore e odore. Molto spesso era causa di gravi intossicazioni.

È grazie alla tradizione di conservare i tuberi per la bellezza dei fiori che alcune interessanti varietà altrimenti scomparse sono giunte inalterate sino ai nostri giorni.
Nel 1763 in Francia Antoine Augustin Parmentier, apprezzato farmacista militare, ritorna dalla prigionia in Germania subita durante la guerra dei sette anni. In Germania ha acquisito una buona conoscenza del tubero e ha avuto modo di sperimentarne le qualità nutritive, poiché per ordine di Federico II di Prussia era già in atto la coltivazione intensiva della patata,nonostante la diffidenza della popolazione. Con l'appoggio di Luigi XVI stampa un tomo dal titolo "Ouvrage économique sur la pomme de terre, le froment et le riz" e sdogana definitivamente il consumo della patata proponendo gustose ricette Per convincere la popolazione alla bontà del tubero, coltiva personalmente un terreno nei Sablons, l'attuale Neuilly, guardato a vista dai militari durante il giorno per conferire la massima importanza agli occhi della popolazione che di notte andava a rubare i tuberi indisturbata.

Nel 1785 in Piemonte Giovanni Vincenzo Virginio nativo di Cuneo, illuminato avvocato e agronomo, fonda la Società Agraria per Rescritto Sovrano di Vittorio Amedeo III di Savoia, re di Sardegna.
È convinto dell'importanza nutritiva della patata adatta a sfamare la povera gente soggetta a continue guerre e carestie e intende promuoverne la coltivazione e l'utilizzo.
Nel 1799 pubblica a Torino il "Trattato della coltivazione delle patate o sia pomi di terra volgarmente detti tartiffle, dato in luce dall'avvocato Vincenzo Virginio, Socio ordinario della Reale Società Agraria di Torino e di altre Accademie, dedicato agli accurati Agricoltori del Piemonte".
Convinto della sua giusta causa inizia una grande sperimentazione nel suo podere in Pinerolo, distribuisce gratuitamente il prodotto ai mercati, insegna i metodi di cottura e conservazione, ma deve affrontare una grande diffidenza da parte della popolazione.
Dopo avere impegnato tutte le sue ricchezze al fine di convincere la gente a nutrirsi di patate, terminerà la sua esistenza in povertà, ospite dell'ospizio dei SS. Maurizio e Lazzaro a Torino.
All'inizio del XIX sec. tutta l'Europa consuma patate. Risultano utilissime per fornire cibo abbondante e a buon mercato alla popolazione delle città impegnata nella "Rivoluzione Industriale" e contribuiscono all'aumento delle nascite.
La patata rappresenta attualmente la prima produzione non cerealicola nel mondo con una produzione totale di 325 milioni di tonnellate (dati FAO 2007).

 

C'è salute nel colore

L’interesse per l’importanza della frutta e verdura colorata nella nostra alimentazione si è riacceso negli ultimi anni quando la scienza medico-scientifica ha iniziato a pubblicare una serie di ricerche che dimostrano come  le sostanze colorate (rosso-verde scuro – blu – viola – giallo- nero, ma anche bianco) presenti nella frutta e nelle verdure siano estremamente benefiche per la nostra salute. Si tratta di molecole termostabili che mantengono intatte le loro proprietà anche con la cottura.

 

Le patate viola

Di particolare interesse risultano essere le patate viola. Il colore viola-blu è dovuto alla presenza di molecole appartenenti alla grande famiglia chimica delle ANTOCIANINE e più precisamente delle PETUNIDINE e dei loro GLICOSIDI di cui la patata viola è molto ricca. Alle antocianine, molecole studiate e conosciute da più anni e più recentemente delle petunidine e dei loro glicosidi è ormai riconosciuta una capacità antiinfiammatoria, antiossidante, antiradicali liberi, antitumorale, protettiva dell’elasticità dei vasi sanguigni. Le prove degli effetti positivi di queste classi di composti naturali si stanno accumulando in modo rilevante e sono di prossima pubblicazione alcuni interessanti libri e articoli su riviste mediche in Italia e negli USA.

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Nella capitale mondiale della patata

A Lima, in Perù, é nato il Centro Internacional
de la Papa.

Il centro Numero Uno al mondo specializzato nella protezione della biodiversità, rigenerazione, creazione di nuove varietà di tubero utili per sfamare le popolazioni sottosviluppate.
Vi lavorano tecnici provenienti da tutto il mondo sotto l'egida della FAO e di prestigiose università.
Sono state catalogate
1500 varietà di patate sconosciute di cui 100 selvatiche rinvenute lungo tutto l'altipiano andino.
Nell'anno 2008 si è celebrato in tutto il mondo
l'Anno Internazionale
della Patata.

 

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